Cross linking ionoforesi

Cross linking con ionoforesi

Cross Linking Iontoforesi

La recente ricerca scientifica si è indirizzata verso un’ulteriore efficacia e sicurezza della procedura di cross-linking, tale da coniugare efficacia e sicurezza con una maggior facilità e rapidità di trattamento. Questo è stato possibile grazie ad una nuova tecnica, denominata iontoforesi, in grado di garantire sia un più rapido passaggio che una maggiore uniformità e distribuzione della riboflavina all’interno della cornea.

La Iontoforesi (da iòntos = ione e phòresis = trasporto, ovvero trasporto di ioni) consiste nel trasferimento di molecole, fornite di carica ionica (tra cui la riboflavina), all’interno del tessuto corneale da trattare, grazie ad un campo elettrico a bassa intensità. È una tecnica innocua per i tessuti oculari (lavora ad intensità di corrente molto basse), e permette di raggiungere concentrazioni di riboflavina più omogenee rispetto alla permeazione passiva, con tempi complessivi di trattamento molto più rapidi.

La Iontoforesi corneale permette infatti di ridurre l’intervento di cross-linking corneale a soli 14 minuti totali (imbibizione ed irraggiamento UV-A) nei confronti dei 60 minuti della tecnica transepiteliale standard (con imbibizione passiva): la fase di imbibizione della cornea con riboflavina mediante iontoforesi richiede 5 minuti e la irradiazione UV-A a 10 mW/cm2 9 minuti.

Il trattamento di CXL-TE mediante iontoforesi è generalmente ben tollerato. Il decorso post-operatorio non determina particolari disturbi, ma nelle prime 48 ore dopo l’intervento si possono verificare una moderata lacrimazione e fotofobia (fotofobia = elevata sensibilità alla luce).Si può inoltre presentare una leggera sensazione di corpo estraneo ed una modesta iperemia congiuntivale (la parte bianca dell’occhio potrebbe apparire arrossata).
Anche questi eventi, cioè la sensazione di corpo estraneo e/o un occhio leggermente arrossato, si risolvono in genere in poche ore. Si potrebbe verificare che alcuni pazienti dopo l’intervento avvertano un momentaneo dolore all’occhio, attenuato dalla lente a contatto. In qualche caso può essere utile assumere antinfiammatori (FANS per os).

La qualità della visione dopo l’intervento sarà la stessa che si aveva prima dell’intervento, senza fenomeni di offuscamento; questo può permettere, a giudizio dell’Oculista, la eventuale ripresa in tempi piuttosto rapidi della propria attività lavorativa o di studio.

Il giorno del trattamento viene instillato un collirio per restringere temporaneamente la pupilla.

L’occhio e la zona intorno ad esso vengono puliti con soluzione antisettica, viene instillato quindi un collirio anestetico per ridurre ancora di più la minima sensazione di fastidio.

L’Oculista applica uno strumento per mantenere l’occhio aperto (chiamato blefarostato).

Posiziona sulla cornea del paziente un apposito anello, che viene riempito di riboflavina. Una corrente a bassa intensità, assolutamente impercettibile per il paziente, permette l’ingresso della riboflavina nella cornea in soli 5 minuti invece dei 30 minuti che richiederebbe una imbibizione passiva (ovvero con la riboflavina che viene instillata sull’occhio).

Terminati i 5 minuti di iontoforesi, si rimuove l’anello e si effettua il trattamento con raggi ultravioletti a bassa intensità (questi raggi non sono dannosi per l’occhio). Questa fase ha la durata di 9 minuti.

Al termine viene effettuato un lavaggio dell’occhio con soluzione salina ed una medicazione con colliri specifici.

Dopo l’intervento, l’Oculista potrebbe decidere di posizionare una lente a contatto per proteggere l’occhio, che andrà rimossa dopo 3-4 giorni.
Immediatamente dopo il trattamento, l’Oculista eseguirà alcuni semplici controlli sull’occhio per assicurarsi che tutto sia andato bene.

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